Anemia: cos’è e come riconoscerla

Che cos'è l’anemia? In termini semplici, l’anemia è una condizione caratterizzata da una carenza di globuli rossi o da un’insufficienza di emoglobina, la proteina contenuta nei globuli rossi che trasporta l’ossigeno ai tessuti. Secondo la definizione medica, si parla di anemia quando i valori di emoglobina scendono sotto i limiti fisiologici (indicativamente sotto 12 g/dL nelle donne e 13 g/dL negli uomini). Ma cos’è l’anemia  nel concreto, oltre ai numeri? È una condizione che può compromettere seriamente la qualità della vita, provocando stanchezza cronica, pallore, difficoltà di concentrazione e in casi gravi, danni agli organi.

Esistono diverse tipologie: anemia sideropenica, anemia mediterranea, anemia emolitica, anemia megaloblastica, anemia aplastica, anemia normocitica normocromica e anemia macrocitica, solo per citarne alcune. Ognuna ha cause e conseguenze differenti.

Sintomi: come capire se si è anemici

Tra i segnali più comuni c'è la stanchezza persistente (spesso descritta come “mancanza di forze”), il pallore cutaneo e delle mucose, le vertigini, la sonnolenza, il fiato corto, i battiti cardiaci accelerati e i dolori muscolari. Alcuni segni più specifici includono occhi gonfi, unghie fragili, perdita di capelli, freddo persistente e problemi di concentrazione.

Quando i valori sono molto bassi, si parla di sintomi di anemia grave, come  svenimenti, tachicardia, affanno a riposo, e nei casi più estremi, anche insufficienza cardiaca.

Per capire se si è anemici è fondamentale effettuare un emocromo, che permette di valutare globuli rossi, emoglobina ed ematocrito. I sintomi dei globuli rossi bassi sono numerosi e possono variare da lievi a debilitanti, ma sono percepibili solo quando i valori sono molto bassi. Chi ha carenza di globuli rossi, infatti, spesso non se ne accorge fino a che i valori non scendono drasticamente.

Cause: perché si diventa anemici?

Le cause dell’anemia possono essere molteplici. Una delle più frequenti è la carenza di ferro, da cui deriva l’anemia sideropenica. Questa può essere dovuta a perdite di sangue (mestruazioni abbondanti, ulcere, emorroidi, tumori gastrointestinali), malassorbimento del ferro (come nel morbo celiaco o in seguito a chirurgia bariatrica), o a diete carenti.

Tra i sintomi della carenza di ferro c’è l’occhio anemico, che è uno dei segnali più caratteristici: lo sguardo appare spento, le congiuntive pallide. Altri segnali della carenza di ferro sono dei sintomi che colpiscono la pelle (cute secca, opaca), e i capelli (capelli deboli, che cadono facilmente).

Un altro fattore è la anemia da stress, in cui la produzione di globuli rossi è inibita da uno stress cronico. Le cause dei globuli rossi bassi possono includere anche infezioni croniche, malattie autoimmuni o genetiche, come nel caso della anemia mediterranea o microcitemia, un’alterazione ereditaria dei globuli rossi.

Esistono poi forme specifiche come la anemia megaloblastica, legata a carenze di vitamina B12 o acido folico, e l’anemia emolitica, dove i globuli rossi vengono distrutti prematuramente dal sistema immunitario.
 

Chi colpisce?

L’anemia può colpire chiunque, ma le categorie più a rischio sono: donne in età fertile, anziani, bambini, atleti, vegetariani/vegani e persone con patologie croniche. Anche la gravidanza è un periodo critico: sintomi di anemia in gravidanza includono affaticamento estremo, difficoltà respiratorie e palpitazioni.

Come curare l’anemia

La cura per anemici dipende dalla causa. Nell’anemia ferropriva (o anemia per mancanza di ferro), si ricorre all’integrazione di ferro per via orale o endovenosa. Tuttavia, non è raro che si manifestino feci scure come effetto collaterale. L’integrazione va sempre accompagnata da una dieta ricca di alimenti per anemici, come carne rossa, legumi, spinaci, uova e frutta secca.

In caso di anemia mediterranea (o talassemia), non si può parlare di vera e propria cura, ma di gestione. Chi è portatore sano di anemia mediterranea spesso non manifesta sintomi, ma può trasmettere il gene alla prole. In questi casi, la consulenza genetica è fondamentale.

Per le forme più gravi, come l’anemia aplastica o alcune forme di anemia emolitica autoimmune, si può ricorrere a trasfusioni, farmaci immunosoppressori o trapianto di midollo osseo.

Prevenzione: si può evitare l’anemia?

In molti casi sì. Seguire un’alimentazione equilibrata, ricca di ferro, vitamina C (che ne favorisce l’assorbimento), acido folico e vitamina B12, può ridurre il rischio. Ad esempio, Massigen Ferroviti, in soluzione orosolubile, è un integratore alimentare a base di FERRO, VITAMINA C, VITAMINE B2, B6 e B12, utile per integrare carenze alimentari. Le donne in gravidanza o con cicli mestruali abbondanti dovrebbero monitorare regolarmente i livelli di ferritina e sideremia. Le analisi per l’anemia, come l’emocromo e la valutazione di ferritina, sideremia e delle vitamine, sono strumenti preziosi per una diagnosi precoce.

Cosa vuol dire essere anemici, quindi? Significa avere meno ossigeno nei tessuti, sentirsi cronicamente stanchi e non rendere come si vorrebbe. Ma con le giuste cure, è possibile tornare in forma. E ricordiamo: l’anemia non è una malattia, ma un sintomo. Capirla e affrontarla è il primo passo verso la guarigione.